Qualche giorno fà ci ha contattati Daniele Bifulco, per chi non lo conoscesse è l’organizatore del Lazio Trail e owner di Passione a pedali, azienda specializzata in tour guidati in bicicletta. Daniele ci ha inviato una bella descrizione del Romilia Bike Trail ed il suo racconto della prima edizione che si è svolta nel’autunno 2020. Potete leggere la prima parte del racconto qui.
Prima di lasciare la parola a Daniele vi ricordiamo che Pedalirurali è uno dei principali siti di riferimento per quanto rigurarda il ciclismo di avventura in Italia. All’interno del sito potete trovare il calendario di tutti gli eventi trail. Inoltre abbiamo da questo anno una nuova sezione con i percorsi permanenti e per finire il nostro blog, con i vostri ed i nostri racconti ed i vari approfondimenti.
La Partenza
Sono le si parte puntuali da Bologna attraversando alcuni dei passaggi iconici del centrocon un pensiero che va al grande Lucio Dalla. Dopo alcuni passaggi per parchi cittadini si raggiungono i colli e, mentre si sale, non può che venire in mente la famosa canzone dei Luna Pop Special 50 “Ma come è bello andare in giro per i colli bolognesi” ma la vespa non ce l’ho e bisogna spingere sui pedali. La vista di Bologna dall’alto è meravigliosa e, come spesso mi capita anche in altri posti, mi da quella calma nel cuore per affrontare la buia e umida notte.
Continuando a suon di musica, in questo caso trash, si raggiunge il borgo di Rastignano noto ai più per il “fenomeno Youtube” Truce Baldazzi, se non sapete chi è vuol dire che siete persone sane.
Dopo aver scavallato un paio di colli, con qualche salita in off road su selciato sconnesso che al buio risulta insidiosa, nonostante le luci, ci si immerge nella umida pianura fino al check point di Medicina.
Da Stefano si mangia
Poco prima di entrare in paese incontro alcuni partecipanti del percorso “In Polleggio” tra cui Valeria, Diego e Francesca e insieme ci dirigiamo verso l’officina di Stefano. I due padroni di casa ci accolgono con uva, banane, pane, mele cotte, salsiccia e uno dei piatti tipici della tradizione bolognese il Friggione, una sostanziosa salsa a base di pomodori pelati e cipolla bianca D.O.P. di Medicina e ovviamente caffè.
Avendo deciso di non fermarmi per la notte preferisco non mangiare troppo e tenermi leggero ma una bella mela cotta non me la lascio scappare. Riparto in pianura ad un buon ritmo nonostante sia in piedi dalla mattina presto, mi sento super sveglio e carico.
Murales di Dozza
Dopo alcuni chilometri nella pianura si ricomincia, finalmente, a salire colline e a scaldarsi. Sento che sto entrando nel vivo del trail e sono pronto a gustarmi i bellissimi borghi emiliani. Resto particolarmente colpito dai murales di Dozza un vero spettacolo. Questi muralessono nati nel 1960, data della prima edizione della “Biennale del Muro Dipinto”. Questa rassegna ha luogo nel mese di settembre degli anni dispari e, col tempo, ha trasformato Dozza in una galleria d’arte a cielo aperto, anche la Rocca Sforzesca di Dozza, che domina il borgo ha un fascino particolare avvolta, come mi appare, dalle luci e dalle tenebre.
Che Battaglia
Tutto fila scorrevole e senza particolari dislivelli fino al Borgo di Tossignano dove decido di fare una 20 minuti di pausa per mangiare qualcosa, sono circa le 3 di mattina. Pensavo di essere vicino alla cima e invece da qua inizia la lunga salita al Monte Battaglia, non parliamo di grandi altitudini, siamo a meno di 700 mt sul livello del mare, ma il fondo richiede impegno e concentrazione. La vista dei resti della torre longobarda, unica parte rimasta della fortezza, e dei monumenti ai caduti della Seconda guerra mondiale di notte sono molto suggestive. Qui, durante la guerra, una brigata partigiana, a fianco dell’esercito statunitense, furono protagonisti di un episodio di alto valore strategico e militare, nell’ambito della liberazione dell’Italia dai nazi-fascisti.
Calanchi all’alba
Per scendere dal Monte si segue l’unico vero sentiero tecnico del trail che riporta a valle. A Casola Valsenio, sono ormai le 5 di mattina, trovo un bar aperto e mi sparo la mia “colazione da trail”, ovvero ingurgitare tutto quello che riesco, senza esagerare, nel minor tempo possibile.
Inizia piano piano ad avvicinarsi l’alba e con essa la pioggia prevista. Arrivo al meraviglioso borgo di Brisighella, dove vorrei fermarmi per gustarmi il luogo ma la pioggia mi incoraggia a continuare.
La signora del ponte o il ponte della signora?
Ancora su e poi giù, mi fermo sotto un capanno per finire di indossare il completo antipioggia e cambiare la maglia termica oramai zuppa di sudore. Arrivo a Modigliana che mi accoglie con la splendida vista del Ponte detto della Signora, un vero spettacolo. Questo ponte risale al secolo XVIII ed è realizzato a schiena d’asino con tre archi a sostegno, detto “della Signora” a causa della sua collocazione, accanto alla villa “La Colombaia” il cui capo famiglia, all’epoca, era una nobildonna. Il nome ufficiale è, però, Ponte di San Donato data la vicinanza di un’antichissima chiesa ora scomparsa dedicata al Santo. To be continued…
La seconda parte di questo bellissimo racconto termina qui, la prossima settimana i guideremo nella parte finale di questo questo bellissimo trail, grazie alle bellissime parole di Daniele.
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